Il labrinto dei libri parlanti

Il labirinto dei libri parlanti

Articolo di Giorgia Mecca su “Buone notizie” 19 novembre 2019

 

Cosa sono i libri parlanti?

Sono libri di filastrocche, pagine di racconti in dialetto letti da chi il dialetto lo conosce e non vuole che scompaia, registrati e conservati.

Un famoso linguista un certo Tullio De Mauro ha donato circa 5.000 volumi alla sede della “Rete italiana di cultura popolare” riconosciuta dal Ministero per i beni culturali e per il turismo come ben inalienabile.

“Tra le opere che fanno parte del fondo Tullio De Mauro, oltre a quelle in attesa di catalogazione, si possono consultare saggi di linguistica, etnologia, glottologia e storia locale. E poi una copia del Settecento della Gierusalemme Libberata in napoletano, La Bibbia in dialetto friulano, un dizionario Italiano-Piemontese, la Divina Commedia in tutte le lingue d’Italia, documenti sulle minoranze linguistiche, manoscritti di poeti minori, e soprattutto libri sui dialetti. De Mauro la chiamava la lingua degli affetti quella dei padri e dei nonni, non minoritaria, piuttosto intima, il lessico che arriva in soccorso quando l’italiano non è sufficiente, un patrimonio da conservare a futura memoria.”

La nostra curiosità aumenta. Sicuramente il dialetto è una lingua che ci lega agli affetti, che ci fa sorridere, i comici la utilizzano per questo, ma il fatto che il dialetto traduca i classici ci dice che il dialetto è un bene culturale da proteggere.

Tullio De Mauro aveva avuto anche l’idea di registrare la voce di chi leggeva in dialetto per archiviarla e creare una mappa regionale dei dialetti da custodire.

Ognuno di noi ha piacere di sentire un testo una poesia una preghiera nella propria lingua o dialetto perché, come dice De Mauro, è la lingua dei nostri affetti.

[Chi era Tullio De Mauro?

Tullio De Mauro è stato un linguista e accademico italiano, Ministro della Pubblica istruzione dal 2000 al 2001.]

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